- Il vino aggiunge un sorriso all’amicizia ed una scintilla all’amore. Edmondo De Amicis.
E’ la bevanda più famosa al mondo, scalda i cuori delle persone e infonde allegria tra i popoli. Non c’è festa o ricorrenza senza una bottiglia sulla tavola, è un meraviglioso fiore all’occhiello del nostro Paese, ed ogni regione reclama il premio come territorio migliore per poterlo produrre: è il Vino.
E pensare che la storia del vino biologico è recentissima. Infatti prima del 2012 non era possibile definire un vino come biologico, perché non esisteva un regolamento sulla vinificazione Bio. Il settore in Italia è molto complesso, fatto di importanti strutture di rappresentanza, grandissime cantine e famiglie produttrici storiche che hanno lavorato per secoli allo stesso modo. Il biologico era una vera e propria rivoluzione, era considerato un mercato di nicchia, dedicato ad un pubblico un po’ radical chic e freak.
Ma la richiesta del mercato, fortunatamente, è stata positivamente devastante ed il consumatore medio ha iniziato a richiedere sempre più fortemente un vino un po’ meno “chimico” ed i numeri oggi in Italia sono questi:
- 105.000 ettari (un miliardo e 50 milioni di metri quadrati) di vite coltivata biologicamente, ossia il 18% di quella coltivata nel nostro Paese;
- Oltre 5 milioni di litri di vino biologico venduti nei primi due mesi del 2019 presso le principali catene di supermercati;
- 2.200 cantine biologiche;
Vi posso assicurare che sono numeri strabilianti (la fonte dei dati è la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica).
Ma cosa distingue un vino biologico da quello normale?
Le differenze sostanziali sono due: l’Uva Biologica e il processo di vinificazione in cui sono vietati moltissimi coadiuvanti durante la fase di trasformazione.
Un’azienda agricola per ottenere un’uva Bio deve attendere tre anni di cosiddetta “conversione”: è un periodo di tempo (definito dal Regolamento Europeo sull’Agricoltura Biologica) in cui i terreni e le piante vengono “depurati” dalle sostanze chimiche e tossiche utilizzate negli anni precedenti. In questo lasso di tempo, ed ovviamente in quello successivo, sono totalmente banditi pesticidi, erbicidi, concimi minerali ed un’infinità di prodotti chimici. Sono ammessi invece i concimi organici (quindi derivanti da fonti naturali) ed alcune formulazioni per la difesa delle piante, come quelle a base di rame, ma in quantità molto ridotte.
Anche la vinificazione (il processo di trasformazione dell’uva in vino) dovrà essere “biologica” e quindi soggetta a limitazioni per quanto riguarda i prodotti e le pratiche utilizzate. E’ ad esempio vietata la concentrazione ridotta a freddo e la dealcolizzazione parziale dei vini, così come lo scambio cationico per la stabilizzazione tartarica del vino e l’eliminazione dell’anidride solforosa con procedimenti fisici (sono processi che hanno un forte impatto sul processo di lavorazione). Sono invece ammesse alcune sostanze che devono provenire da agricoltura biologica, come: la colla di pesce, la gomma arabica, i tannini ed alcune proteine vegetali.[/caption]
La famosa anidride solforosa è ammessa ma in quantità decisamente inferiori rispetto ai vini classici.
Una domanda che mi fanno spesso è: il vino biologico è più buono del vino “normale”? Risposta difficilissima e che può lasciare spiazzati. Fino a qualche anno fa non era semplice trovare un vino Bio privo di difetti, proprio perché nel processo di vinificazione sono vietate alcune pratiche e sostanze che facilitano molto il lavoro. Ma la tecnologia si è evoluta, così come gli esperti del settore, hanno avuto modo di specializzarsi e di superare gli ostacoli incontrati. Ora distinguere due vini, uno Bio e l’altro no, provenienti dagli stessi vitigni e della stessa annata, è veramente molto difficile e questo lo reputo un grande traguardo: tra i due preferisco di gran lunga un prodotto rispettoso della natura e con meno sostanze chimiche al suo interno.
Per la vostra prossima cena o ricorrenza, non vi resta che andare in un’enoteca o al supermercato, e scegliere il vino biologico che vi ispira di più: state facendo la scelta più giusta e maggiormente rispettosa nei confronti dell’ambiente.
Alla prossima!
Fabio Ferraldeschi
Grazie mille per l'articolo, ho scoperto un sacco di cose che ignoravo! Alla prossima cena saprò che scelta fare!
Bellissimo articolo... grazie mille per queste preziose informazioni!
È sempre interessante scoprire come il "biologico" influenzi la produzione dei diversi settori. Non pensavo nemmeno che nella "normale" produzione venissero utilizzate sostanze che facilitassero il processo di vinificazione. Grazie per questo approfondimento!
Grazie per questo articolo, è un settore che mi interessa molto ed ho apprezzato la spiegazione É bello sapere che si può essere rispettosi della natura in ambiti sempre più ampi, senza sacrificare la qualità dei prodotti.
Grazie Fabio per lo stimolante approfondimento sull'argomento!
Mi è piaciuta molto la spiegazione! Grazie per l'articolo 💕 io di solito bevo il vino che produce mio padre, ed è completamente diverso dalla maggior parte dei vini in commercio! Ho provato diverse volte il vino biologico ma non mi era piaciuto molto 😅 proverò a dargli un'altra possibilità!
Grazie per la perfetta spiegazione! C’e Sempre da imparare su questo blog❤️
Questo articolo mi ricorda molto quando fino a qualche anno fa il mio nonnino faceva il vino nella sua cantina, dopo un anno di cure alle sue viti finalmente davano i loro frutti. Un vino non trattato infatti difficile da conservare fuori da quella cantina, solo lì aveva un sapore più buono e quando doveva travasarlo nelle bottiglie facevo spesso la livellatrice 😁🍷 tanti ricordi in un articolo nuovissimo. 💛
Buon vino fa buon sangue ma vino biologico fa sangue migliore! Grazie Fabio Ferraldeschi per l'interessante articolo 👏
Grazie, articolo molto interessante! 👍
Grazie per le spiegazioni! Quando si trova, ordiniamo vino biologico anche al ristorante. Al supermercato ora si trova ovunque per fortuna! È così piacevole mangiare cibi sani e buoni e bersi un buon vino in compagnia!
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