Oggi parliamo della Melaleuca alternifolia, da cui si ricava il tanto amato olio essenziale di tea tree.
Sul perché si chiami albero del tè penso che siate ormai tutte informate, comunque per quelle i voi che ancora non ne fossero a conoscenza, la vicenda si può riassumere molto brevemente.
(N.b: i fatti reali sono stati un po’ riadattati dalla sottoscritta, temo che il protagonista non disse “esattamente” le parole da me riportate… ma è per darvi l’idea :D)
Australia, correva circa l’anno 1770.
James Cook, simpatico esploratore e cartografo britannico sbarca nel continente per far ciò che sapeva fare meglio, esplorare. Assaggia un infuso in cui galleggiavano delle foglie ed esclama “Buono questo infuso di foglie di tè! Buono davvero!”
Ora, siccome nessuno degli aborigeni si sarebbe mai sognato di contraddirlo, la Melaleuca alternifolia divenne tea tree. Secondo me gli aborigeni stanno ancora ridendo..
Ma torniamo a noi ed al nostro olio di tea tree. Come al solito ho spulciato un po’ di articoli scientifici e questo è il risultato della ricerca.
Negli anni novanta è stato condotto uno studio che metteva a paragone un trattamento topico in gel a base di 5% olio di tea tree e un gel a base di 5% benzoil perossido (tipo il Benzac, per intenderci) per il trattamento dell’acne: lo studio ha dimostrato che il gel a base di tea tree aveva all’incirca gli stessi effetti anti acne ed anti comedoni dell’altro gel, anche se con effetto lievemente più lento, ma con una insorgenza minore di effetti collaterali. Nella giusta misura potrebbe quindi essere un ottimo coadiuvante per chi combatte l’eterna lotta contro i brufoli!
In uno studio un po’ più recente invece i ricercatori tedeschi si sono divertiti a fare una gara tra l’olio di tea tree e l’olio di eucalipto. La competizione era semplice: un premio a chi tra i due oli avesse dimostrato la maggior azione antivirale contro l’herpes virus simplex. Indovinate chi è stato proclamato vincitore? Purtroppo però non è ancora il momento di esultare: i due oli hanno dimostrato questa azione solo prima che il virus penetrasse nelle cellule ospite, quindi una volta contratto perdono di efficacia.
Ma i ricercatori tedeschi non demordono e contano di fare ulteriori, approfondite ricerche per trovare il modo di utilizzare entrambi anche una volta avvenuta l’infezione!
Altro che cerottini trasparenti sulle labbra!
Nel corso del 2013 invece sono stati portati avanti altri due studi molto interessanti.
È ormai risaputo che il tea tree esercita proprietà antibatteriche: per questo alcuni allegri scienziati del Texas hanno ripreso una vecchia ricerca del 2004 e l’hanno incrementata. Come? Beh, non vi svegliate anche voi ogni mattina con il desiderio di provare se l’olio di tea tree, opportunamente trattato, abbia un qualche effetto benefico su ferite infette (preferibilmente da Stafilococco Aureo)? Loro sì, e hanno avuto discreti risultati, sui quali stanno ancora lavorando.
Spinti dai successi dei Texani, altri ricercatori Iraniani hanno deciso di portare avanti le sperimentazioni e di ampliare la ricerca nel campo della dermatologia. Con tanta pazienza sono arrivati a queste conclusioni: l’olio di tea tree non solo ha una efficacia provata contro l’acne, una azione battericida e (forse) antivirale, ma potrebbe essere usato anche per la dermatite seborroica, la gengivite cronica, per accelerare la guarigione delle ferite e per prevenire il cancro della pelle.
Nell’attesa che la scienza faccia altre scoperte, noi divertiamoci ad usarlo nelle nostre preparazioni, come sempre con moderazione, ma con una buona dose di ottimismo per le possibili applicazioni future!
Buon tea tree oil a tutte!
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