A scuola di rispetto
Laboratorio di prevenzione per la violenza sulle donne
“A Scuola di Rispetto, con Equilibra, per prevenire, perché per occuparsi in modo efficace del presente, alcune volte, bisogna partire dal passato.”
Premessa
La violenza sulle donne, come un tornado di dimensioni galattiche, continua, inarrestabile… Ma questi uomini violenti da ragazzi com’erano? E chi sono queste vittime che ignorano l’amore verso se stesse e subiscono? Com’erano da bambine?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (2012) ha rilevato che il 35,6% di donne ha subito violenza da parte del partner. Questi dati sono stati confermati anche dalla recente indagine ISTAT (2014), condotta su un campione di donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni, la quale ha constatato che il 31,5% ha subito violenza: il 5,2% ha subito violenza fisica o sessuale e il 26,4% violenza psicologica da parte del partner attuale, il 16,1% ha subito stalking nel corso della propria vita.
Per quanto riguarda i minori, numerosi studi ne hanno indagato il coinvolgimento in quanto vittime di violenza assistita e, solo recentemente, soprattutto nel panorama statunitense, sono state realizzate ricerche riguardanti le prime esperienze di relazioni di coppia tra adolescenti e il manifestarsi di episodi di violenza di cui, i dati statistici, mostrano livelli allarmanti (Hagan, Foster, 2001; Gallopin, Leigh, 2009; Kulkarni, 2006). Per quanto riguarda invece la realtà italiana, due interessanti studi hanno indagato sia la violenza diretta (ad esempio, schiaffi e pugni) sia la violenza indiretta (ad esempio, comportamenti di controllo e svalutazione) in un ampio campione di adolescenti nelle Regioni del Veneto e dell’Emilia-Romagna (De Amicis, Mancini e Monacelli, 2011; Mancini e Monacelli, 2009).
La violenza contro le donne può manifestarsi attraverso varie forme: la violenza fisica, che è sicuramente quello maggiormente identificabile, o modalità più sottili, come la violenza economica, psicologica e/o stalking, più difficili da riconoscere, sia da parte della vittima che da parte di altri osservatori, poiché distanti dalla rappresentazione sociale della violenza, che viene spesso esclusivamente identificata con comportamenti come la rabbia, le urla e l’aggressione fisica. D’altronde, non è solo la violenza fisica a comportare una serie di conseguenze negative per chi la subisce, al contrario, anche la violenza psicologica e lo stalking influiscono negativamente sul benessere1 della persona, sia a breve che a lungo termine.
In un’ottica preventiva, è dunque necessario accrescere la conoscenza del fenomeno e le capacità di riconoscerne gli indicatori sia da parte dei soggetti coinvolti che da parte degli osservatori esterni.
Inoltre, nel caso dell’adolescente, che sperimenta profonde trasformazioni e instaura le prime relazioni di coppia, risulta di fondamentale importanza fornire i criteri per discriminare il fenomeno della violenza proprio per l’idealizzazione che caratterizza queste prime relazioni affettive, totalizzanti e profondamente coinvolgenti. Date le caratteristiche della specifica fascia d’età, particolarmente importanti risultano gli indicatori per riconoscere la violenza psicologica che si può esprimere attraverso comportamenti controllanti, volti a privare l’altra persona dei propri spazi. Particolare attenzione va poi rivolta all’utilizzo della tecnologia in rapporto alla violenza psicologica, dal momento che, spesso, questa viene agita, e non riconosciuta, attraverso dispositivi come smartphone, social network, ecc., che gli adolescenti utilizzano con modalità pervasiva e quotidiana, e che per propria natura rendono l’“altro/a” sempre disponibile e raggiungibile, facilitandone il controllo e la violenza psicologica che ne potrebbe scaturire.
Documenti utili alla comprensione del progetto:
A scuola di Rispetto con EssereDonna – II Edizione